AccessibilitàAccessibilitàAccessibilità Progetto SeOLProgetto SISC

Tutti gli elementi

27/01/2020

27 gennaio: Giornata della Memoria

Legge 20 Luglio 2000 n. 211 recante “Istituzione del Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari   e politici italiani nei campi nazisti.

27 GENNAIO 2020

            Il primo novembre del 2005 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata Internazionale della Memoria dell'Olocausto, a distanza di sessanta anni dall'apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.
            Per ciò che fu scoperto e che si nascondeva dietro quei cancelli non esistevano e non esistono ancora oggi parole sufficienti a descrivere l'orrore con cui i nazisti perseguitarono, torturarono ed uccisero uomini, donne e bambini solo perché appartenenti a quella che gli stessi nazisti definirono la razza ebraica.
            Alla luce di quegli avvenimenti che oggi riempiono numerosissime pagine di storia e letteratura, dunque, per evitare di cadere nella vuota retorica di parole di circostanza, ciò che oggi le Istituzioni hanno il dovere morale di perseguire è la necessaria divulgazione di una memoria che celebri collettivamente la Shoah nella Giornata Internazionale indetta per il 27 gennaio, ma tenendo viva la riflessione ed il monito ogni giorno, attraverso l’esempio e le azioni poste in essere che devono  sempre ispirarsi a principi di umanità nell’approccio al “diverso” che, nel susseguirsi dei contesti storici, viene, purtroppo ancora individuato e, nelle forme più varie, additato o addirittura perseguitato.
            I prigionieri ebrei che riuscirono a sopravvivere all'Olocausto furono sufficientemente forti e motivati soprattutto dalla terrorizzata speranza, come dice lo stesso Primo Levi di "tornare; mangiare; raccontare", perché era indispensabile sopravvivere per poter raccontare quelle atrocità che, alla fine della seconda guerra mondiale, nessuno aveva voglia di ascoltare. Tutti volevano dimenticare, tanto che trascorsero ben sessanta anni affinché venisse istituita la Giornata della Memoria.
            Quel silenzio istituzionale durato sessant'anni è ciò che oggi deve motivare noi a commemorare, ma anche e soprattutto ad ammettere il fallimento umano al bene comune, alla solidarietà civile, alla tolleranza, alla comprensione ogni volta che si ripudia, si opprime e si tenta di cancellare il diverso.
            Bisogna infrangere il silenzio e celebrare la Memoria della Shoah per trasmettere alle nuove generazioni il senso di giustizia facendo tesoro dell'ingiustizia che ha ridotto a un terzo la Comunità Ebraica italiana dopo la seconda guerra mondiale ed annichilito l’umanità tutta.
            È indispensabile ancora oggi infrangere il silenzio affinchè quel malfatto non si ripeta "mai più" e l'uomo non dimentichi che è la natura stessa dell'individuo ad avere bisogno di tutti i suoi simili per progredire.

            L’ASSESSORE ALLA CULTURA                              IL SINDACO
                       Avv. Patrizia Lionti                                       Avv. Angelo D’Anna