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19/07/2019

LETTERA APERTA IN RICORDO DEL GIUDICE PAOLO BORSELLINO

Lettera aperta del'Assessore alla Cultura Patrizia Lionti in ricordo del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992.

  19 LUGLIO 2019
LETTERA APERTA IN RICORDO DEL GIUDICE PAOLO BORSELLINO

           
            Che senso ha essere accompagnato la mattina per poi essere libero di essere ucciso la sera?”. Nella giornata del ventisettesimo anniversario della strage di Via D’Amelio, desidero rivolgere un pensiero ai miei concittadini, partendo da questa domanda che il giudice Paolo Borsellino rivolgeva alla Commissione Antimafia di allora, denunciando di avere la scorta solo la mattina, per mancanza di autisti giudiziari. Proprio pochi giorni fa sono stati desecretati numerosissimi documenti come questo che oggi diventano patrimonio di ciascuno di noi, guida e monito di ogni nostra azione. Le parole del giudice, mai più ascoltate per anni, oggi possono risuonare nelle case, negli uffici, nell’abitacolo dell’auto, nelle cuffie di tutti i cittadini che sceglieranno di ascoltare ed assorbire quel grido di denuncia rivolto non a “cosa nostra”, ma allo Stato! Uno Stato che mai più dovrà rimanere in silenzio. Perché il silenzio è la prima declinazione della complicità. E perché ciò accada, è fondamentale che ciascun cittadino sia custode del proprio diritto-dovere di essere una persona libera. Libera di vivere in un posto che non sia sommerso dalla sua stessa spazzatura, libera di sollevare la saracinesca del proprio negozio senza versare oboli ad amici, libera di ottenere un legittimo permesso o concessione senza lasciare buste negli uffici pubblici, libera di fare carriera all’Università senza essere figlia del potente, libera di esprimere indipendentemente il proprio voto perché sono le Istituzioni a garantirle di poter acquistare una busta di spesa e non il candidato a fare la regalia. Una persona libera di fare il giudice antimafia perché lo Stato la protegge con la scorta 24 ore su 24.
            Il 19 luglio è una data scolpita nell’anima di ogni siciliano. In quella di chi c’era, 27 anni fa, ed in quella di chi è appena venuto al mondo, attraverso il doveroso ricordo della figura del nostro Paolo Borsellino che va consegnato alle nuove generazioni. La strage di Via D’Amelio non ha falciato soltanto la vita, il coraggio, il prodigioso e tenace senso di Giustizia del giudice Borsellino e la fedeltà degli agenti della sua scorta, ha fatto ancora di più, ancora peggio. Ha marchiato a fuoco ogni siciliano, ogni italiano, ogni cittadino del mondo con il segno della sciagurata capacità di generare morte e distruzione che l’essere umano può sprigionare. Ricordiamoci, attraverso l’esempio di Paolo Borsellino che siamo molto di più che questo. Che siamo capaci di gesti di straordinaria Bellezza, che questa terra meravigliosa sappiamo meritarla.

            Giarre, lì 19 luglio 2019
                                                                                                           L’ASSESSORE
                                                                                                        Avv. Patrizia Lionti